Appello ai balneari: fondamentale aderire all'iniziativa di protesta.
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Lunedì 23 Luglio 2012 08:20
mondo balneare
I Sindacati degli stabilimenti balneari hanno deciso la cosa più giusta da fare: tenere chiusi gli ombrelloni fino a metà mattinata del prossimo 03 agosto, per manifestare contro l'assordante silenzio dell'esecutivo nei confronti dei titolari delle concessioni demaniali marittime, categoria che sta vivendo, non solo per la crisi economica in atto, il momento più difficile della propria storia. Il 01 gennaio 2016, infatti, l'intero sistema turistico costiero italiano, composto da oltre 30.000 piccole aziende balneari, sarà messo forzatamente in liquidazione, per via delle procedure di evidenza pubblica che scatteranno su tutta la penisola. In poche parole, tutti gli attuali stabilimenti balneari andranno all'asta. Insieme a loro sarà messo in liquidazione anche il complesso della nostra offerta turistica balneare, che rappresenta un unicum non riscontrabile nel panorama continentale e che ci è invidiato in tutto il mondo.

E' importante che  il  3 agosto gli ombrelloni degli stabilimenti balneari di tutte le 646 località costiere restino chiusi, come espressione di protesta unitaria,  finalizzata alla riapertura del tavolo di confronto tra Governo e sindacati delle imprese  turistiche balneari italiane, interrotto nel momento stesso in cui è iniziato, il 23 febbraio scorso. Regioni, province e comuni, nei loro documenti, hanno espresso la stessa esigenza: concertare i provvedimenti, prima di avviare le intese.
I sindacati chiedono che il Governo difenda l'offerta nazionale turistica balneare. Non vogliono e non possono sedersi  intorno al tavolo del Governo unicamente per prendere atto di un documento il cui contenuto è stato stabilito in precedenza, secondo  criteri che interpretano a senso unico i principi europei. Chiedono di condividere l'elaborazione della nuova normativa demaniale e chiedono che il Governo difenda, in Europa, i principi comunitari che interessano la sopravvivenza di 30 mila piccole  imprese  balneari italiane. Chiedono all'Esecutivo di riaprire, presso l'Unione europea, la questione del turismo balneare italiano e di applicare correttamente i principi della Direttiva servizi, in modo da evitare le aste e le procedure di evidenza pubblica. A chi obietta questo traguardo non è più possibile, rispondo, invece,  che è possibile,  purché esista una richiesta formulata da componenti  il Consiglio  Europeo dei Ministri  del Turismo appartenenti a più stati membri. E' chiaro che questo significa volontà politica di tutelare le attuali imprese balneari (30.000 imprese, 150.000 dipendenti  e  il reddito prodotto da questo comparto, quasi il 10 %  del P.I.L. nazionale), necessità di ricercare alleanze  con i rappresentanti degli altri paesi europei, volontà di esprimere con determinazione e chiarezza le proprie ragioni.

Regioni, province, comuni, nel tutelare l'economia dei territori rivieraschi da essi governati, condividono le posizioni dei sindacati, rivolgendo al Governo domande che stanno ancora aspettando una risposta. Fondamentale è l'appoggio dei 646 comuni costieri italiani: ciascuno di loro, coordinato dall?ANCI, in concomitanza con l'iniziativa di protesta dei balneatori, esporrà la bandiera comunale a mezz?asta, contribuendo a dare visibilità ad una situazione gravosissima, che sta mettendo a rischio imprese, posti di lavoro e investimenti, che costituiscono un insostituibile punto fermo dei rispettivi territori.

Quanto alle imprese balneari, le incertezze e le preoccupazioni  per il   futuro continuano spaventosamente a crescere. Per loro è vitale reagire e porre in atto, prima, durante e dopo l?iniziativa di protesta, un?azione di sensibilizzazione dell?utenza turistica delle spiagge, per evidenziare le problematiche che gravano sulle imprese balneari, sui titolari e sui loro familiari, per quanto attiene agli impegni finanziari assunti nel passato, confidando nel rinnovo automatico delle concessioni. Sappiamo tutti che questi impegni, nella grande maggioranza dei casi, vanno ben oltre il 2015, termine che segna la definitiva scadenza delle attuali concessioni.

Partecipare alla protesta del 3 agosto costituisce un atto di salvaguardia legittimo e responsabile, rispettoso degli interessi della clientela, alla quale si chiede un sacrificio minimo, che potrà essere mitigato in mille modi. Invitiamo i balneatori a partecipare con convinzione e ad aiutate i colleghi a superare le eventuali incertezze: il Governo deve capire, attraverso l'adesione compatta all?iniziativa, che la categoria ha necessità di ottenere risposte alle proprie legittime richieste, che, lo ribadiamo, sono: concertazione e corretta applicazione della Bolkestein. Non si tratta quindi di uno sciopero preventivo. La riuscita dell'iniziativa è essenziale per il rispetto degli impegni assunti e finora non mantenuti : la mancata  riapertura, in Italia, del tavolo di concertazione   per giungere ad un documento condiviso e la mancata richiesta di negoziazione , in Europa, sulla direttiva servizi.

Roma, lì 21 luglio 2012

Cristiano Tomei -  Coordinatore nazionale C.N.A. balneatori
Ultimo aggiornamento Domenica 29 Luglio 2012 20:30
 

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